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Oltre le competenze tecniche

Selezione del personale: oltre le competenze tecniche. L’importanza delle soft skills



La selezione del personale risulta ad oggi una delle attività cruciali e strategiche per il successo aziendale. E’ infatti di fondamentale importanza riuscire ad attrarre e selezionare persone che attraverso il loro know-how e le loro competenze portino nuove idee e nuovi punti di vista per lo sviluppo del business.

Insomma, sempre di più si cercano profili che portino un valore aggiunto e sappiano fare la differenza.

Sento ancora molte colleghe e colleghi durante i colloqui soffermarsi quasi esclusivamente sui titoli acquisiti, sul voto di laurea, sulle attività svolte nelle esperienze precedenti (qualora non si parli di figure neolaureate). Ma siamo sicuri che ai nostri giorni siano ancora queste le competenze e le caratteristiche che fanno spostare l’ago della bilancia verso una successiva assunzione?

La risposta è no. Oggi a fare la differenza nel processo di selezione sono sempre di più le cosi dette soft skills, o competenze trasversali.

Questo non vuol dire che istruzione, titoli di studio e certificazioni acquisite non debbano essere valutate e indagate all’interno del processo di selezione, anzi. Le hard skills, o competenze tecniche, sono importanti e fanno sicuramente capire che tipo di traguardi sono stati raggiunti, ma non sono oggi le uniche cose di cui i recruiter devono tener conto quando assumono personale.

Nel lavoro infatti non è maggiormente rilevante quello che la persona sa fare, ma come lo fa. Giocano un ruolo fondamentale la velocità e la qualità con cui si svolgono le proprie attività, come si riescono ad aggirare gli ostacoli che possono frapporsi tra noi e gli obiettivi che dobbiamo raggiungere, come si gestisce il proprio tempo, come si collabora con i membri del proprio team.

All’interno di un colloquio o di un assessment di selezione le competenze tecniche e le esperienze pregresse di un candidato sono quelle più facilmente valutabili. Più difficile risulta invece capire il lato umano della persona e le sue competenze trasversali, che vanno ben oltre un elenco di titoli e certificazioni.

Le soft skills sono infatti inclinazioni proprie di una persona, caratteristiche della personalità, atteggiamenti e qualità sociali e comunicative. La persona può possederle già come tratti della propria personalità oppure può averle sviluppate nel corso della propria vita, attraverso esperienze significative e eventi trascorsi. Questo vuol dire che ognuno di noi continua a sviluppare e potenziare le competenze trasversali durante tutta la vita. Quali soft skills sviluppiamo e potenziamo maggiormente dipende da noi e dalle scelte di vita che compiamo.

Ad oggi le soft skills più ricercate da recruiter e responsabili hr e più trasversali ai diversi ruoli aziendali sono le seguenti:

Problem solving. E’ una capacità che consiste nel comprendere, analizzare e scomporre un problema per trovare le migliori soluzioni.

Capacità di comunicazione. Viene valutata positivamente la capacità dei candidati di esprimersi in modo eloquente, di comprendere i discorsi altrui e di far comprendere i propri. Una comunicazione poco efficacie può infatti rallentare i flussi di lavoro e incidere negativamente sul posizionamento dell’azienda nel suo settore di business.

Abilità di team working. Saper lavorare all’interno di una squadra vuol dire saper collaborare e dividere le attività nel miglior modo possibile per il raggiungimento degli obbiettivi del team.

Capacità organizzativa e gestione del tempo. Essere organizzati significa saper gestire i flussi di lavoro e il proprio tempo per svolgere tutti i compiti secondo la deadline stabilita.

Creatività. Il mondo è in continua evoluzione. Stiamo assistendo a una trasformazione digitale sempre più spinta e i piani di intervento utilizzati ieri dalle aziende potrebbe risultare obsoleti domani. E’ dunque importante avere una mente creativa che sappia pensare “fuori dagli schemi” per rivedere i piani e le logiche aziendali.

L’attenzione dei selezionatori e dei recruiter dovrebbe dunque sempre di più spostarsi sulla valutazione delle capacità “interne” della persona, non limitandosi alla valutazione delle esperienze pregresse o a parametri puramente tecnici o accademici.


#hr
2020-05-05




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Beatrice Bonato

HR specialist